Sabato 4 Maggio, ore 17.00 – Castello Medievale
Una strada da scegliere La Compagnia "L'Asina sull'Isola presenta" la scenografa Romana Redlova Romana Redlova, scenografa e costumista si è laureata alla DAMU (Accademia d’Arte Drammtica) di Praga, e ha frequentato diversi corsi presso l’Instituto del Teatro di Siviglia e l’Institut del Teatro di Barcellona. In Spagna ha collaborato, negli ultimi quindici anni, con molti teatri, tra i quali il Teatro Nazionale di Catalunya, Teatre Akadèmia e Sala Beckett. Dal 2008 sposta la sua attività professionale a Praga, dove insieme a Gloriou Balañà lavora al Progetto di scambio drammaturgico tra Praga e Barcellona, e la conseguente rete di letture delle opere teatrali degli autori catalani a Praga e viceversa dei drammaturghi cechi presso i teatri di Barcellona; da questo progetto nasceranno poi diversi spettacoli teatrali, messi in scena a Praga e Barcellona. Nel periodo dal 2007-2011 lavora inoltre come assistente del curatore della sezione spagnola della mostra sulla Scenografia spagnola PQ07- PQ11, ed è coordinatrice di numerosi eventi teatrali in Spagna. Ultimamente si dedica alla direzione artistica del Festival TRES DESEOS – Giorni del teatro spagnolo e latinoamericano a Praga, traduce opere teatrali dallo spagnolo e dal catalano, e lavora anche come insegnante di arti sceniche e disegno di moda presso l’Istituto ISŠŽ di Praga. Recentemente ha iniziato una collaborane come scenografa e costumista alle produzioni cinematografiche presso Film Studio Barandov. |
Sabato 13 Aprile, ore 18.30 – Castello Medievale
Prova aperta del Cantiere teatrale su Il Castello di Franz Kafka diretto da Riccardo Manfredi
Con Savino Paparella e Elisa Cuppini
Prova aperta del Cantiere teatrale su Il Castello di Franz Kafka diretto da Riccardo Manfredi
Con Savino Paparella e Elisa Cuppini
Sabato 6 Aprile, ore 18.30 – Castello Medievale:
La siepe, il popolo, il merlo
L'esperienza dei laboratori di Oreste Braghieri
Reading teatrale
a cura di Mattia Toscani e Gill Menozzi
Un'amicizia, il lambrusco, i testi degli autori che alimentano questa amicizia e diventano teatro.
Le serate di studio e di idee, una pila di libri, per un teatro povero "che vuole rimanere povero".
Una lampadina spenta (la lampadina non può mancare, dai).
Un pallone da basket, una cipolla, un ombrello rotto.
"Come i poveri povero, mi attacco/come loro a umilianti speranze,/come loro per vivere mi batto/ ogni giorno" (Pier Paolo Pasolini)
La siepe, il popolo, il merlo
L'esperienza dei laboratori di Oreste Braghieri
Reading teatrale
a cura di Mattia Toscani e Gill Menozzi
Un'amicizia, il lambrusco, i testi degli autori che alimentano questa amicizia e diventano teatro.
Le serate di studio e di idee, una pila di libri, per un teatro povero "che vuole rimanere povero".
Una lampadina spenta (la lampadina non può mancare, dai).
Un pallone da basket, una cipolla, un ombrello rotto.
"Come i poveri povero, mi attacco/come loro a umilianti speranze,/come loro per vivere mi batto/ ogni giorno" (Pier Paolo Pasolini)
Sabato 16 Marzo, ore 17.00 – Castello Medievale:
Il Dramma-Turco - percorsi di drammaturgia
Incontro con l’attore e drammaturgo Bruno Stori
a cura della Compagnia "L'Asina sull'Isola"
Il “drammaturco” prima di tutto agisce in scena: durante le prove, detta le improvvisazioni, proponendo i temi, suggerendo spunti e suggestioni agli attori che sono chiamati a produrre materia viva di azioni e parole. Prende appunti su tutto, a penna, di solito una bic nera, ma anche a matita, a volte a pastello colorato, ha diversi quaderni a disposizione che confonde e al tempo stesso fonde, ma soprattutto ama appuntare le sue geniali intuizioni su qualunque superficie si possa scrivere, fogli di carta di varie dimensioni, a righe o a quadretti, bordi di giornali, fazzolettini da naso o tovagliolini unti, poi nel chiuso della sua cameretta, o più spesso nel bar sotto casa, a contatto diretto con la chimica e la varia antropologia da cui è circondato, ripensa, ricuce, rielabora e guidato dallo spirito trova il senso e scrive il testo.
Il Dramma-Turco - percorsi di drammaturgia
Incontro con l’attore e drammaturgo Bruno Stori
a cura della Compagnia "L'Asina sull'Isola"
Il “drammaturco” prima di tutto agisce in scena: durante le prove, detta le improvvisazioni, proponendo i temi, suggerendo spunti e suggestioni agli attori che sono chiamati a produrre materia viva di azioni e parole. Prende appunti su tutto, a penna, di solito una bic nera, ma anche a matita, a volte a pastello colorato, ha diversi quaderni a disposizione che confonde e al tempo stesso fonde, ma soprattutto ama appuntare le sue geniali intuizioni su qualunque superficie si possa scrivere, fogli di carta di varie dimensioni, a righe o a quadretti, bordi di giornali, fazzolettini da naso o tovagliolini unti, poi nel chiuso della sua cameretta, o più spesso nel bar sotto casa, a contatto diretto con la chimica e la varia antropologia da cui è circondato, ripensa, ricuce, rielabora e guidato dallo spirito trova il senso e scrive il testo.
Sabato 9 Marzo – Castello Medievale
Teatro Medico Ipnotico
di Patrizion Dall'Argine
a cura di Riccardo Manfredi
Incontro con le scuole elementari
Teatro Medico Ipnotico
di Patrizion Dall'Argine
a cura di Riccardo Manfredi
Incontro con le scuole elementari
Venerdì 8 Marzo, ore 20.30 – Castello Medievale,
Tutto per Lola:
ossia quelle signore della casa chiusa...
Spettacolo in occasione della Festa della donna
Gruppo teatrale Levia Gravia diretto da Liliana Boubé
con: Anna Bertolotti, Daniela Catellani, Enzo Chirichella, Patrizia Conti, Marzia Martini
Tutto per Lola:
ossia quelle signore della casa chiusa...
Spettacolo in occasione della Festa della donna
Gruppo teatrale Levia Gravia diretto da Liliana Boubé
con: Anna Bertolotti, Daniela Catellani, Enzo Chirichella, Patrizia Conti, Marzia Martini
Domenica 24 febbraio, ore 18.30 – Castello Medievale
Al di là
Esito del laboratorio teatrale della Scuola Sipario Aperto con la regia di Oreste Braghieri
Amletica Calcestruzzi
Nanda Baldi, Maria Elena Bezzi, Francesco Caffarra, Paolo Catozzi, Carla De Lucio, Bice Furegato, Angela Marchetti, Andrea Pogliacomi, Gabriele Pelori, Antonio Pirisi, Antonella Scarabelli
“Al di là” non è la rievocazione dei fatti successi a Parma nell’agosto del ’22;
è piuttosto la ricerca di una spinta interiore e poetica alla rivoluzione.
Rivoluzione e non rivolta o ribellione.
Dopo una rivoluzione le persone e le cose non saranno più come prima. I pochi fatti narrati saranno accompagnai dalla grande riflessione poetica sugli uomini della nostra terra dai poeti, padre e figlio, Attilio e Bernardo Bertolucci, che come in sogno ci bisbiglieranno tutto ciò che abbiamo dimenticato; ogni incertezza o un filo d’erba o una donna che cerca nell’aria qualcosa ci ridiranno che in quei giorni, nell’aria, c’era qualcosa di diverso.
Al di là
Esito del laboratorio teatrale della Scuola Sipario Aperto con la regia di Oreste Braghieri
Amletica Calcestruzzi
Nanda Baldi, Maria Elena Bezzi, Francesco Caffarra, Paolo Catozzi, Carla De Lucio, Bice Furegato, Angela Marchetti, Andrea Pogliacomi, Gabriele Pelori, Antonio Pirisi, Antonella Scarabelli
“Al di là” non è la rievocazione dei fatti successi a Parma nell’agosto del ’22;
è piuttosto la ricerca di una spinta interiore e poetica alla rivoluzione.
Rivoluzione e non rivolta o ribellione.
Dopo una rivoluzione le persone e le cose non saranno più come prima. I pochi fatti narrati saranno accompagnai dalla grande riflessione poetica sugli uomini della nostra terra dai poeti, padre e figlio, Attilio e Bernardo Bertolucci, che come in sogno ci bisbiglieranno tutto ciò che abbiamo dimenticato; ogni incertezza o un filo d’erba o una donna che cerca nell’aria qualcosa ci ridiranno che in quei giorni, nell’aria, c’era qualcosa di diverso.
Sabato 9 febbraio, ore 11.15 – Aula Magna Istituto “S. D'Arzo”
L'animazione e le altre arti
Video e conferenza di Paolo Parmiggiani
a cura di Riccardo Manfredi
Sabato 9 Febbraio, ore 20.45 – Castello Medievale
I nuovi fasti dell'eterna Cibele
Conferenza spettacolo di e con Pietro Carra e Paolo Parmiggiani
a cura di Riccardo Manfredi
Meditazione lirico-filosofica sul tramonto dell'Occidente al tempo del #Metoo. Un viaggio nei cicli delle civiltà passate e l'emergenza contemporanea dell'insanabile (?) conflitto uomo-donna. Le forze in gioco sono guidate dalla volontà inesorabile di un'antichissima dea: Cibele, la Grande Madre. Ma qual è veramente il suo fine?
Paolo Parmiggiani, dottorato in Storia dell’Arte all’Università “Federico II” di Napoli, Scultura rinascimentale. Attualmente assegnista di ricerca per lo studio delle terrecotte invetriate del Museo Nazionale del Bargello a Firenze.
Ha lavorato dal 2002 al 2017 al Castello dei Burattini di Parma, curando le ricerche scientifiche e le attività museali (pubblicazioni, documentari, organizzazione di rassegne spettacoli e conferenze).
Oltre alla storia dell’arte, dedica le proprie ricerche alla documentazione e alla definizione della storia dell’animazione tra cinema e teatro. Ha avviato una serie di documentari che trattano dell’interrelazione tra arte e natura, oggetti e esseri viventi.
L'animazione e le altre arti
Video e conferenza di Paolo Parmiggiani
a cura di Riccardo Manfredi
Sabato 9 Febbraio, ore 20.45 – Castello Medievale
I nuovi fasti dell'eterna Cibele
Conferenza spettacolo di e con Pietro Carra e Paolo Parmiggiani
a cura di Riccardo Manfredi
Meditazione lirico-filosofica sul tramonto dell'Occidente al tempo del #Metoo. Un viaggio nei cicli delle civiltà passate e l'emergenza contemporanea dell'insanabile (?) conflitto uomo-donna. Le forze in gioco sono guidate dalla volontà inesorabile di un'antichissima dea: Cibele, la Grande Madre. Ma qual è veramente il suo fine?
Paolo Parmiggiani, dottorato in Storia dell’Arte all’Università “Federico II” di Napoli, Scultura rinascimentale. Attualmente assegnista di ricerca per lo studio delle terrecotte invetriate del Museo Nazionale del Bargello a Firenze.
Ha lavorato dal 2002 al 2017 al Castello dei Burattini di Parma, curando le ricerche scientifiche e le attività museali (pubblicazioni, documentari, organizzazione di rassegne spettacoli e conferenze).
Oltre alla storia dell’arte, dedica le proprie ricerche alla documentazione e alla definizione della storia dell’animazione tra cinema e teatro. Ha avviato una serie di documentari che trattano dell’interrelazione tra arte e natura, oggetti e esseri viventi.
Sabato 2 Febbraio 2019, dalle ore 17 alle ore 19.30
Clinica Zacconi (Ex Macello comunale)
PERCORSO NELL’ANTIMEMORIA
Installazione teatrale a cura di Riccardo Manfredi
Come tutti sanno il nostro cervello funziona per impulsi elettrici. A ogni nostro pensiero o ricordo corrisponde una piccola carica elettrica che crea connessioni tra i neuroni eccitatori e di conseguenza associazioni tra i ricordi. Immagini, parole, odori e suoni altro non sono altro che innumerevoli quanto microscopiche scintille. Qualcosa però non torna.
Prendiamo ad esempio una mela, ogni volta che ne morsichiamo una il nostro cervello dovrebbe riportare alla memoria tutti i ricordi legati al suo sapore, e ogni ricordo dovrebbe quindi creare un impulso elettrico. Ma se così fosse, vista l'enorme quantità di dati che il nostro cervello immagazzina fin da prima della nascita, la nostra memoria scatenerebbe una tormenta elettrica talmente potente da (con)fonderci il Gulliver* e portarci in una condizione permanente d'ipersensibilità.
Perché non succede?
Helen Barron e la sua squadra di ricercatori dell'Università di Oxford, hanno cercato di dare una risposta a questa domanda. Recentemente, grazie all'uso di un potentissimo scanner cerebrale (FMRIB), hanno teorizzato l'esistenza dell'antimemoria, ovvero un possibile sistema con cui il nostro cervello equilibra gli impulsi elettrici che determinano i ricordi e le loro associazioni. Tale equilibrio, secondo gli scienziati inglesi, sarebbe garantito dalla presenza di neuroni inibitori che, avendo carica d'intensità uguale ma opposta a quelli eccitatori, compenserebbero l'intera attività elettrica prodotta dalla memoria.
Così come l'antimateria fa con la materia.
Grazie a questa compensazione, il nostro cervello è in grado di smistare i ricordi e riportare in superficie solo quelli che ritiene più importanti per connetterli alla sensazione che li ha stimolati, conservando gli altri nel “cloud” fino a quando altre ispirazioni lo richiederanno. L'antimemoria, quindi, è garante di un equilibrio fragile, un elefante bianco in bilico sul baratro.
Il percorso nell'Antimemoria ha a che fare con il teatro e, per compensazione, con il suo contrario.
*da Arancia Meccanica
Riccardo Manfredi
Clinica Zacconi (Ex Macello comunale)
PERCORSO NELL’ANTIMEMORIA
Installazione teatrale a cura di Riccardo Manfredi
Come tutti sanno il nostro cervello funziona per impulsi elettrici. A ogni nostro pensiero o ricordo corrisponde una piccola carica elettrica che crea connessioni tra i neuroni eccitatori e di conseguenza associazioni tra i ricordi. Immagini, parole, odori e suoni altro non sono altro che innumerevoli quanto microscopiche scintille. Qualcosa però non torna.
Prendiamo ad esempio una mela, ogni volta che ne morsichiamo una il nostro cervello dovrebbe riportare alla memoria tutti i ricordi legati al suo sapore, e ogni ricordo dovrebbe quindi creare un impulso elettrico. Ma se così fosse, vista l'enorme quantità di dati che il nostro cervello immagazzina fin da prima della nascita, la nostra memoria scatenerebbe una tormenta elettrica talmente potente da (con)fonderci il Gulliver* e portarci in una condizione permanente d'ipersensibilità.
Perché non succede?
Helen Barron e la sua squadra di ricercatori dell'Università di Oxford, hanno cercato di dare una risposta a questa domanda. Recentemente, grazie all'uso di un potentissimo scanner cerebrale (FMRIB), hanno teorizzato l'esistenza dell'antimemoria, ovvero un possibile sistema con cui il nostro cervello equilibra gli impulsi elettrici che determinano i ricordi e le loro associazioni. Tale equilibrio, secondo gli scienziati inglesi, sarebbe garantito dalla presenza di neuroni inibitori che, avendo carica d'intensità uguale ma opposta a quelli eccitatori, compenserebbero l'intera attività elettrica prodotta dalla memoria.
Così come l'antimateria fa con la materia.
Grazie a questa compensazione, il nostro cervello è in grado di smistare i ricordi e riportare in superficie solo quelli che ritiene più importanti per connetterli alla sensazione che li ha stimolati, conservando gli altri nel “cloud” fino a quando altre ispirazioni lo richiederanno. L'antimemoria, quindi, è garante di un equilibrio fragile, un elefante bianco in bilico sul baratro.
Il percorso nell'Antimemoria ha a che fare con il teatro e, per compensazione, con il suo contrario.
*da Arancia Meccanica
Riccardo Manfredi
Sabato 26 Gennaio, ore 11.00 e ore 20.30
Istituto Superiore “S. D’Arzo”
TOHU – VAVOHU
Laboratorio teatrale per il Giorno della Memoria
“Ero in Germania al momento dell’ascesa e dell’espansione del nazismo, a un’età- quella di pollicino- che interessa al capo degli Orchi. E avevo sentito quanto il nuovo regime fosse imperniato su di me e i miei simili.
Una tazza fuma. La ragazza è rimasta senza cucchiaio.
Inizia a sorbire la zuppa.
Gli uccellini mangiano i pezzi di pane.
Passa la réclame pubblicitaria sulla fiancata di un pullman di operai polacchi al di là della vetrata, si stampiglia in fronte, è un ricordo di Levi, oltre il filo spinato: la zuppa migliore è la zuppa Knorr.
“Era effettivamente una delle caratteristiche del fascismo quella di sopravvalutare la giovinezza, di farne un valore, un fine in sé.
Un’ossessione pubblicitaria.”
Quella, la gioventù, è l'età in cui si sceglie la tecnologia cui appartene. Le parti deboli su cui edificare le rovine che saranno tra mille anni oltre la transitorietà del mercato. L'epoca del progetto dei propri cedimenti, il tempo dei primi versi.
regia
Oreste Braghieri
Alberto Scozzesi
coordinamento
Elena Maria Bezzi
di e con gli studenti dell'Istituto Silvio D'Arzo
e della scuola secondaria statale Iacopo Zannoni.
Istituto Superiore “S. D’Arzo”
TOHU – VAVOHU
Laboratorio teatrale per il Giorno della Memoria
“Ero in Germania al momento dell’ascesa e dell’espansione del nazismo, a un’età- quella di pollicino- che interessa al capo degli Orchi. E avevo sentito quanto il nuovo regime fosse imperniato su di me e i miei simili.
Una tazza fuma. La ragazza è rimasta senza cucchiaio.
Inizia a sorbire la zuppa.
Gli uccellini mangiano i pezzi di pane.
Passa la réclame pubblicitaria sulla fiancata di un pullman di operai polacchi al di là della vetrata, si stampiglia in fronte, è un ricordo di Levi, oltre il filo spinato: la zuppa migliore è la zuppa Knorr.
“Era effettivamente una delle caratteristiche del fascismo quella di sopravvalutare la giovinezza, di farne un valore, un fine in sé.
Un’ossessione pubblicitaria.”
Quella, la gioventù, è l'età in cui si sceglie la tecnologia cui appartene. Le parti deboli su cui edificare le rovine che saranno tra mille anni oltre la transitorietà del mercato. L'epoca del progetto dei propri cedimenti, il tempo dei primi versi.
regia
Oreste Braghieri
Alberto Scozzesi
coordinamento
Elena Maria Bezzi
di e con gli studenti dell'Istituto Silvio D'Arzo
e della scuola secondaria statale Iacopo Zannoni.
Sabato 19 gennaio, ore 17.00 – Castello Medievale
Le mie avventure
Incontro con il coreografo Amedeo Amodio
Nato a Milano nel 1940, compie la sua formazione presso la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, ed entra a far parte del corpo di ballo scaligero, dove ben presto gli vengono affidati ruoli da interprete in balletti famosi. All’età di 22 anni decide di lasciare la Scala per iniziare la carriera di coreografo e ballerino libero professionista, collaborando con i Teatri e i Festival più importanti in Italia tra cui il teatro alla Scala, il Carlo Felice di Genova, il Festival di Spoleto, e il Teatro dell’Opera di Roma. Attore e danzatore nella produzione televisiva “Casa di bambola” con la regia di Carlo Quartucci, partecipa anche ai due film di Liliana Cavani, “Il portiere di notte” e “Al di là del bene e del male”. Molte le sue interpretazioni accanto a Carla Fracci, tra cui “Il gabbiano”, “Il bacio della fata” e “Pellèas e Mèlisanda”. Nel 1979 contribuisce alla fondazione della compagnia Aterballetto di Reggio Emilia e ne resta alla guida fino al 1996, creando un vastissimo repertorio che riscuote successi nei teatri di tutto il mondo e vede la partecipazione di grandi ballerini tra cui Elisabetta Terabust, Alessandra Ferri, Julio Bocca, Roberto Bolle, Gheorghe Iancu, Letizia Giuliani, Alessandro Molin, Massimo Murru, Viviana Durante, Igor Yebra e tanti altri. Collabora nel corso degli anni con importanti danzatori, compositori e artisti, tra cui Luciano Berio, Edoardo Bennato, Claudio Parmiggiani, Piero Dorazio, realizzando produzioni artistiche e teatrali di grande successo. Lavora anche per il teatro lirico firmando le coreografie delle opere “La Vestale” al Teatro alla Scala diretta da Riccardo Muti, con la regia di Liliana Cavani; “Lakmé” al Teatro Massimo di Palermo (2003); Sakuntala (2006) con la regia di P. Gelmetti al Teatro dell’Opera di Roma; Aida (2005) al Teatro Regio di Parma; Macbeth (2006) con la regia di Cavani per il Teatro Regio di Parma e per l’Arena di Verona. Dal 1997 al 2000 è Direttore del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Tra il 2003 e il 2005 collabora con il Teatro Massimo di Palermo. Ha ricevuto moltissimi premi nel corso della sua carriera, sia come danzatore che come coreografo. Nell'aprile 2015 in occasione della Giornata Internazionale della Danza riceve il "Premio alla carriera" e il Sindaco di Reggio Emilia gli consegna il "Primo Tricolore" onorificenza assegnata a personalità che hanno dato lustro alla città.
Le mie avventure
Incontro con il coreografo Amedeo Amodio
Nato a Milano nel 1940, compie la sua formazione presso la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, ed entra a far parte del corpo di ballo scaligero, dove ben presto gli vengono affidati ruoli da interprete in balletti famosi. All’età di 22 anni decide di lasciare la Scala per iniziare la carriera di coreografo e ballerino libero professionista, collaborando con i Teatri e i Festival più importanti in Italia tra cui il teatro alla Scala, il Carlo Felice di Genova, il Festival di Spoleto, e il Teatro dell’Opera di Roma. Attore e danzatore nella produzione televisiva “Casa di bambola” con la regia di Carlo Quartucci, partecipa anche ai due film di Liliana Cavani, “Il portiere di notte” e “Al di là del bene e del male”. Molte le sue interpretazioni accanto a Carla Fracci, tra cui “Il gabbiano”, “Il bacio della fata” e “Pellèas e Mèlisanda”. Nel 1979 contribuisce alla fondazione della compagnia Aterballetto di Reggio Emilia e ne resta alla guida fino al 1996, creando un vastissimo repertorio che riscuote successi nei teatri di tutto il mondo e vede la partecipazione di grandi ballerini tra cui Elisabetta Terabust, Alessandra Ferri, Julio Bocca, Roberto Bolle, Gheorghe Iancu, Letizia Giuliani, Alessandro Molin, Massimo Murru, Viviana Durante, Igor Yebra e tanti altri. Collabora nel corso degli anni con importanti danzatori, compositori e artisti, tra cui Luciano Berio, Edoardo Bennato, Claudio Parmiggiani, Piero Dorazio, realizzando produzioni artistiche e teatrali di grande successo. Lavora anche per il teatro lirico firmando le coreografie delle opere “La Vestale” al Teatro alla Scala diretta da Riccardo Muti, con la regia di Liliana Cavani; “Lakmé” al Teatro Massimo di Palermo (2003); Sakuntala (2006) con la regia di P. Gelmetti al Teatro dell’Opera di Roma; Aida (2005) al Teatro Regio di Parma; Macbeth (2006) con la regia di Cavani per il Teatro Regio di Parma e per l’Arena di Verona. Dal 1997 al 2000 è Direttore del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Tra il 2003 e il 2005 collabora con il Teatro Massimo di Palermo. Ha ricevuto moltissimi premi nel corso della sua carriera, sia come danzatore che come coreografo. Nell'aprile 2015 in occasione della Giornata Internazionale della Danza riceve il "Premio alla carriera" e il Sindaco di Reggio Emilia gli consegna il "Primo Tricolore" onorificenza assegnata a personalità che hanno dato lustro alla città.
Sabato 19 gennaio, dalle ore 9.00 – Ex Macello Comunale
Tredici movimenti sott'acqua
Il teatro di Oreste Braghieri con gli studenti dell’Itis “L. Da Vinci” di Parma
Una storia lunga 17 anni scorre nelle sale di un ex-macello e dice di presenze e assenze essenziali nella vita di una scuola di Parma, l’ITIS da Vinci. Un pezzo della sua identità, dimenticato e cercato, respinto e voluto, incompreso e capito. Un pezzo, comunque, del suo spirito, del suo essere educazione e cultura. I laboratori didattico – teatrali che Oreste Braghieri conduce con gli studenti dell’ITIS dal 2002, hanno scandito i tempi dell’autunno – inverno, diventando tradizione poetica, interrogazione e sorpresa nelle messe in scena dei freddi Febbrai in Aula Magna. Il calore dei testi e dei rapporti annodati nei pomeriggi di prove hanno tenuto insieme circa 300 studenti in questa lunga storia. Oggi alcuni di loro sono qui per mettere in comune frammenti di questa esperienza straordinaria. Vecchi e nuovi protagonisti a legare insieme “La luna e i falò” da Pavese, “La camera della morte” ispirato alle “Lettere di un condannato a morte” di Victor Hugo, l’invocazione leopardiana alla luna da parte di un alpino mandato al massacro in “Un anno sull’altipiano” di Lussu, “Macbeth” nella stanchezza di Lady Macbeth e nella solitudine di Macbeth stesso, Shakespeare – Pasolini in una poesia-canzone da una biografia del poeta inglese che ci porta all’Otello e a “I dàn l’Otello” di Renzo Pezzani e poi ancora Pasolini in uno spettacolo per ricordarlo, e infine i campi di sterminio e la loro mortale catena di montaggio. E le voci e i corpi di questi ragazzi e di queste ragazze ci ricordano la potenza di questo teatro, forma di resistenza all’orrore montante.
Con: Aliquò Simone, Baazaoui Saadeddin, Bambino Alex, Barbera Matteo, Cannella Emanuele, Enoh Federico, Fracassi Sasha, Gaied Yesmin, Gharbi Sejda, Golino Alessio, Hoda Homsi, Kay Rebecca, Lombardo Andrea, Negri Giacomo, Obioha Miracolo, Padovani Giona, Parente Manuel, Robuschi Giulio, Rueda Alex, Sada Mahmoud, Setti Simone, Todaro Francesco, Verecondi Filippo, Yanez Maira
E con la partecipazione di: Francesco Coppolino, Giulio Zanichelli, Alessandro Bondi, Vanni Rossi, Andrea Pogliacomi, Anyi Ollari, Il gruppo di “In quelle tenebre” e “Aldilà”
Tredici movimenti sott'acqua
Il teatro di Oreste Braghieri con gli studenti dell’Itis “L. Da Vinci” di Parma
Una storia lunga 17 anni scorre nelle sale di un ex-macello e dice di presenze e assenze essenziali nella vita di una scuola di Parma, l’ITIS da Vinci. Un pezzo della sua identità, dimenticato e cercato, respinto e voluto, incompreso e capito. Un pezzo, comunque, del suo spirito, del suo essere educazione e cultura. I laboratori didattico – teatrali che Oreste Braghieri conduce con gli studenti dell’ITIS dal 2002, hanno scandito i tempi dell’autunno – inverno, diventando tradizione poetica, interrogazione e sorpresa nelle messe in scena dei freddi Febbrai in Aula Magna. Il calore dei testi e dei rapporti annodati nei pomeriggi di prove hanno tenuto insieme circa 300 studenti in questa lunga storia. Oggi alcuni di loro sono qui per mettere in comune frammenti di questa esperienza straordinaria. Vecchi e nuovi protagonisti a legare insieme “La luna e i falò” da Pavese, “La camera della morte” ispirato alle “Lettere di un condannato a morte” di Victor Hugo, l’invocazione leopardiana alla luna da parte di un alpino mandato al massacro in “Un anno sull’altipiano” di Lussu, “Macbeth” nella stanchezza di Lady Macbeth e nella solitudine di Macbeth stesso, Shakespeare – Pasolini in una poesia-canzone da una biografia del poeta inglese che ci porta all’Otello e a “I dàn l’Otello” di Renzo Pezzani e poi ancora Pasolini in uno spettacolo per ricordarlo, e infine i campi di sterminio e la loro mortale catena di montaggio. E le voci e i corpi di questi ragazzi e di queste ragazze ci ricordano la potenza di questo teatro, forma di resistenza all’orrore montante.
Con: Aliquò Simone, Baazaoui Saadeddin, Bambino Alex, Barbera Matteo, Cannella Emanuele, Enoh Federico, Fracassi Sasha, Gaied Yesmin, Gharbi Sejda, Golino Alessio, Hoda Homsi, Kay Rebecca, Lombardo Andrea, Negri Giacomo, Obioha Miracolo, Padovani Giona, Parente Manuel, Robuschi Giulio, Rueda Alex, Sada Mahmoud, Setti Simone, Todaro Francesco, Verecondi Filippo, Yanez Maira
E con la partecipazione di: Francesco Coppolino, Giulio Zanichelli, Alessandro Bondi, Vanni Rossi, Andrea Pogliacomi, Anyi Ollari, Il gruppo di “In quelle tenebre” e “Aldilà”
Sabato 12 gennaio, ore 17.00 – Castello Medievale
Dalla Mima alla Divila – Quando la scena è donna
Liliana Boubé - Compagnia Levia Gravia presenta
Antonio Fava
L’attrice esiste da sempre, ma la donna in scena non è stata sempre personaggio. Intrattenitrice eclettica, capace di mantenere viva l’attenzione del pubblico : canta, suona, danza, mima, si esibisce con animali e acrobazie.
Nel 1560, la svolta storica: con la Commedia dell’Arte le donne interpretano personaggi che richiedono arte scenica.
Delle donne nel teatro (da Isabella Andreini, a Sarah Bernhardt, dalla Duse alla Magnani) parliamo con Antonio Fava, attore, autore, regista teatrale internazionale, maestro della Commedia dell’Arte e di discipline comiche. Dirige la ‘Scuola Internazionale dell’Attore Comico’ SIAC a Reggio Emilia e insegna Commedia dell’Arte in Istituti, Università e Accademie d’arte drammatica in tutto il mondo.
Dalla Mima alla Divila – Quando la scena è donna
Liliana Boubé - Compagnia Levia Gravia presenta
Antonio Fava
L’attrice esiste da sempre, ma la donna in scena non è stata sempre personaggio. Intrattenitrice eclettica, capace di mantenere viva l’attenzione del pubblico : canta, suona, danza, mima, si esibisce con animali e acrobazie.
Nel 1560, la svolta storica: con la Commedia dell’Arte le donne interpretano personaggi che richiedono arte scenica.
Delle donne nel teatro (da Isabella Andreini, a Sarah Bernhardt, dalla Duse alla Magnani) parliamo con Antonio Fava, attore, autore, regista teatrale internazionale, maestro della Commedia dell’Arte e di discipline comiche. Dirige la ‘Scuola Internazionale dell’Attore Comico’ SIAC a Reggio Emilia e insegna Commedia dell’Arte in Istituti, Università e Accademie d’arte drammatica in tutto il mondo.
Dal 20 al 23 Dicembre – Casa Cavezzi
Una vita da favola
Mostra antologica dei 25 anni d’attività della compagnia teatrale L’Asina sull’Isola
Una vita da favola
Mostra antologica dei 25 anni d’attività della compagnia teatrale L’Asina sull’Isola
Venerdì 7 Dicembre, ore 18.00 – Castello Medievale
Note di regia
Incontro con il regista Emanuele Gamba
a cura della Compagnia L'Asina sull'Isola
"C'era una volta il regista...ma ora, direi, non c'è più" ...o perlomeno la sua funzione, in questo scorcio di secolo, si presenta quanto mai varia e a tratti contraddittoria. Esiste ancora una retorica ed una mitologia del "metteur en scène", un'aura demiurgica nel quale viene avvolto (o si avvolge) il "maestro". Esiste un regista guru o condottiero che da un podio o da un altare, rivendica finalità salvifiche. Ma esiste anche una regia pensata come lavoro volto piú a suscitare che a dirigere, un lavoro il cui unico perno è l'attore. Antoine Vitez scriveva: "Dirigere gli attori non è quasi mai un lavoro di direzione. Consiste nell'osservarli e nel restituirgli l'immagine che già essi stessi producono. Non si tratta di dirgli 'Fate questo o quello', ma di vedere quello che faranno, e poi chiedergli di rifarlo."
Note di regia
Incontro con il regista Emanuele Gamba
a cura della Compagnia L'Asina sull'Isola
"C'era una volta il regista...ma ora, direi, non c'è più" ...o perlomeno la sua funzione, in questo scorcio di secolo, si presenta quanto mai varia e a tratti contraddittoria. Esiste ancora una retorica ed una mitologia del "metteur en scène", un'aura demiurgica nel quale viene avvolto (o si avvolge) il "maestro". Esiste un regista guru o condottiero che da un podio o da un altare, rivendica finalità salvifiche. Ma esiste anche una regia pensata come lavoro volto piú a suscitare che a dirigere, un lavoro il cui unico perno è l'attore. Antoine Vitez scriveva: "Dirigere gli attori non è quasi mai un lavoro di direzione. Consiste nell'osservarli e nel restituirgli l'immagine che già essi stessi producono. Non si tratta di dirgli 'Fate questo o quello', ma di vedere quello che faranno, e poi chiedergli di rifarlo."
Domenica 2 Dicembre, ore 17.00 - Castello Medievale
Kairos: Il teatro tra Oreste e l’Amletica
Kairos in greco è un tempo nel mezzo, un tempo indeterminato in cui accade qualcosa di speciale
Kairos: Il teatro tra Oreste e l’Amletica
Kairos in greco è un tempo nel mezzo, un tempo indeterminato in cui accade qualcosa di speciale
Penso ad un miracolo, quasi come la notte, dopo una tempesta si inciampa in un'altra notte. Ma non è una notte dopo una notte. E' un tempo sospeso in attesa dell'alba: e l'alba è nel passato, nel sogno, ma il sogno appartiene a tutto e non si concede; prende la parola una timida Desdemona e l'aiuta Ofelia, Otello appare e scompare, perchè non c'è, non c'è Zingirian, non c'è la Perfetta, Violetta, Antonia.
Speriamo tra qualche musica di far scomparire tutto. E poi balleremo di nuovo.
Speriamo tra qualche musica di far scomparire tutto. E poi balleremo di nuovo.
Fotografie di Ninetto Campanini
Venerdì 2 Novembre, ore 18.30 – Castello Medievale
Spettacolo “Terra”
Compagnia Resilienza per la regia di Oreste Braghieri
Spettacolo “Terra”
Compagnia Resilienza per la regia di Oreste Braghieri
Sabato 27 Ottobre, ore 10.30 – Castello Medievale
Presentazione del progetto
nell’ambito dell’inaugurazione della Fiera di San Simone
Presentazione del progetto
nell’ambito dell’inaugurazione della Fiera di San Simone
Per le fotografie degli eventi e delle iniziative si ringrazia Valter Ferrari
Venerdì 26 Ottobre, ore 20.30 – Castello Medievale
Presentazione del progetto
PROFETI IN PATRIA: TEATRI: Asilo - Mundus
Presentazione del progetto
PROFETI IN PATRIA: TEATRI: Asilo - Mundus
Per le fotografie degli eventi e delle iniziative si ringrazia Valter Ferrari
Montecchio in scena
Storie di teatro da Ermete Zacconi a Sipario Aperto
attraverso l'esposizione di locandine storiche dell'inizio ‘900 e locandine e fotografie contemporanee
Storie di teatro da Ermete Zacconi a Sipario Aperto
attraverso l'esposizione di locandine storiche dell'inizio ‘900 e locandine e fotografie contemporanee
Per le fotografie degli eventi e delle iniziative si ringrazia Valter Ferrari
Una vita da favola
Anteprima mostra antologica dei 25 anni d’attività
della compagnia teatrale “L’Asina sull’Isola” di Paolo Valli & Katarina Janoskova
Anteprima mostra antologica dei 25 anni d’attività
della compagnia teatrale “L’Asina sull’Isola” di Paolo Valli & Katarina Janoskova
Per le fotografie degli eventi e delle iniziative si ringrazia Valter Ferrari
Clinica Zacconi
Proiezione del mediometraggio prodotto da cineVillon,
scritto e diretto da Riccardo Manfredi,
interpretato dai partecipanti al suo Cantiere Teatrale montecchiese
Proiezione del mediometraggio prodotto da cineVillon,
scritto e diretto da Riccardo Manfredi,
interpretato dai partecipanti al suo Cantiere Teatrale montecchiese